mercoledì 21 dicembre 2011
martedì 29 novembre 2011
25.11. 2011 - Giornata Internazionale contro la violenza sulle donne
“Può dire di più una donna in un sospiro che un uomo in un sermone” recita un vecchio adagio mediorientale e questo è il tratto che contraddistingue l‘arte di Fatima Abbadi che, attraverso i volti femminili cattura le essenze delle donne e le custodisce nel bianco e nero della sua fotografia. Il progetto “Women through my lens” consiste nella continua ricerca della femminilità colta nel quotidiano, vista da occhi appartenenti a due differenti culture, quella europea e quella mediorientale. Le opere rappresentano situazioni femminili osservate per strada, in ambienti quotidiani o sono dei semplici ritratti. Con i suoi scatti Fatima desidera raccontare le emozioni e le storie che riesce a intravedere o immaginare attraverso gli sguardi della gente, cercando di dare un’anima alle cose che ci circondano. Fatima Abbadi cerca di non interferire o inquinare l’ambiente fotografato, evitando di disturbare il soggetto e ciò le consente di cogliere immagini estremamente sincere e comunicative. Nonostante le diversità delle foto, all’interno di ciascuna di esse si riconosce un’universalità che si fonde in ogni fotografia: l’esperienza femminile.
Fatima Abbadi è una femminista araba e fotografa free lance italo-giordana nata e cresciuta tra Abu Dhabi e la Giordania, che dieci fa si trasferisce a Padova per gli studi universitari. L’hobby della fotografia, che deve ad una macchina fotografica regalatale dal padre a 13 anni, si trasforma presto in una vera e propria passione che la porta a sostituire un semplice “scatto” con uno studio approfondito delle motivazioni che stanno dietro ogni singola foto. Nel 2007 segue un corso ed entra poi a far parte del gruppo Mignon, un’associazione culturale che promuove progetti fotografici diretti ad investigare il quotidiano, l’uomo e il suo ambiente. Fatima Abbadi scatta le sue fotografie con il metodo tradizionale analogico ed utilizza pellicole in bianco e nero che vengono poi sviluppate in camera oscura. L’esposizione di Amman in Giordania del gennaio di quest’anno rappresenta una prima raccolta di 4 anni di lavoro e di ricerca continua, che la porta a viaggiare in vari posti in Europa e Medio Oriente. Fatima Abbadi sostiene attivamente la causa palestinese e devolve molti dei proventi del suo lavoro ai progetti curati dall’Istituto di Cultura Italo-Palestinese di Padova che ambiscono a divulgare la millenaria cultura del popolo di Palestina.
Presidente Napolitano, perchè mi proibiscono di visitare Gerusalemme?
Fatima Abbadi
mercoledì 27 luglio 2011
Venice 2011
more can be seen at http://www.flickr.com/photos/fatimaabbadi/sets/72157627292221176/with/5980496391/
lunedì 14 marzo 2011
giovedì 10 marzo 2011
"Ummi " (mia madre) è un mio tributo a Mahmoud Darwish e alle donne
Spesso questa poesia è stata considerata come una metafora della Palestina, nonostante Mahmoud Darwish abbia sempre affermato di parlare semplicemente di sua madre.Allora ho pensato che mia madre,che tutte le madri fossero la metafora perfetta di questa poesia.
Fossero l'ancora di salvezza di una nazione, forti e coraggiose quanto una nazione che vuole affermare i propri diritti.
Questa poesia rappresenta per me un inno dunque a tutte le madri del mondo per il loro ruolo straordinario e l'impegno nella vita sociale.
Con le mie foto ho sempre cercato di dare un piccolo omaggio alla donna e a questo grande poeta arabo scomparso spero grazie a loro di esserci riuscita.
Per mia Madre
Bramo il pane di mia madre
il caffé di mia madre
il tocco di mia madre
Cresce in me l’infanzia
giorno dopo giorno
ed amo la mia vita… perché
nell'ora della mia morte
mi vergogno delle lacrime di mia madre !
E se tornassi indietro un giorno
prendimi velo per tue ciglia
e copri le mie ossa con erba
benedetta dalla tua caviglia.
E stringi le mie catene
con un ricciolo dei tuoi capelli
con un filo penzolante dall’orlo del tuo vestito.
Forse diverrei un dio
un dio diverrei…
se toccassi le profondità del tuo cuore !
Se tornassi indietro … usami
combustibile nella fornace del tuo fuoco,
corda da panni sul tetto della tua casa,
perché divenni debole per stare in piedi
senza la tua preghiera giornaliera.
Diventai vecchio decrepito.
Restituiscimi le stelle dell’infanzia
così che io,
condivida con i piccoli uccelli
il percorso di ritorno
verso il nido della tua attesa.
Tante poesie di Mahmud Darwish sono state spesso riprese dal famoso cantante libanese Marcel Khalifeh che spesso ha collaborato assieme a lui, questa è "Ummi" suonata e cantata da lui.
martedì 1 marzo 2011
Traduzone interviste
2011/10/01 Amman – Giordania
'Può dire di più una donna in un sospiro che un uomo in un sermone' (Arnold Haultain).
Questo sentimento fa certamente eco nella collezione in bianco e nero fotografico di Fatima Abbadi. Le sue opere sono un omaggio al soggetto femminile, accattivante e seducente: trascendono la cultura e la razza per evocare la rara bellezza nei trascendentali momenti della vita delle donne di tutto il mondo. Questa è la prima mostra di Fatima Abbadi in Giordania, ma ha già esposto numerose volte in Italia. L'ispirazione per Fatima Abbadi deriva da fotogiornalisti e fotografi di strada come Henri Cartier-Bresson, Eduard Boubat e Eugene Smith, la cui scelta della fotografia in bianco e nero è un tentativo mirato a enfatizzare le emozioni del soggetto senza la distrazione o articolazione che il colore può produrre. Una convinzione che anche Fatima Abbadi stessa ha fatto sua.
Le opere sono un insieme eclettico di diverse scene di donne nella loro vita quotidiana sia in Europa che in Medio Oriente. In queste foto vengono catturati attimi di giovani e meno giovani donne e, ognuno, racconta distintamente un'unica e personale storia di vita. In una delle fotografie, la visione della schiena di una donna che cammina mentre sta portando il suo bambino in braccio, è tanto semplice quanto profondamente è in grado di raccontare la filosofia fotografica dell'artista. Le donne sono viste tradizionalmente come protettrici nella società e questo è spesso dato per scontato, un punto sapientemente illustrato attraverso la scelta d'angolazione in questa fotografia. Solo il volto del bambino è visibile e raffigura il modo in cui il ruolo fondamentale svolto dalle donne è, spesso, ignorato.
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“Women through my lens”
scritto Taufiq Abed – Al Jazzera Net – 11/01/2011
Fatima Abbadi, fotografa Italo-Giordana, ha scelto la macchina fotografica come strumento per concentrarsi sulle donne per spiegare i loro misteri, i loro sentimenti e la loro femminilità. Fatima Abbadi in questa galleria in Amman, espone 62 fotografie in bianco e nero dove ha immortalato momenti di felicità, di tristezza e di malinconia. In questa intervista data per Jazeera Net, l'artista dichiara di voler trasmettere alla società le sue origini e la sua storia mediorientale e vuol far vedere tramite la sua fotografia che la donna araba (forte) riesce a raggiungere i propri obiettivi, non come viene normalmente etichettata (sconfitta – rinchiusa in casa ad accudire figli, cucinare e guardare la TV).
Fatima Abbadi ha realizzato varie mostre in Italia dimostrando che anche il medio oriente possiede una cultura dell'arte, musica, letteratura e dei talenti, e tentando di demolire gli stereotipi sul mondo arabo,facendo notare che per il raggiungimento dei suoi obiettivi, si ispira continuamente a poeti come Ahmad Shawki, Nizar Qabbani, Mahmud Derwish e cantanti come Fairuz e Oum Kalthum. Per Fatima Abbadi la donna è come un cofanetto pieno di sorprese, non sai mai cosa trovi all'interno, e tramite la sua fotografia si possono scoprire queste sensazioni nascoste; il segreto della bellezza di una donna sta nella sua sensibilità e nel modo in cui è in grado di esprimerla.
Bianco e Nero
Fatima Abbadi sostiene che è difficile scoprire la femminilità, ma tramite la fotografia si possono esternare i sentimenti, la maternità, l'attrazione, la tristezza e la felicità, ed aggiunge che non c'è differenza tra una donna araba ed una europea, perché i sentimenti sono unici e comuni: si potrebbe dire che la diversità sta solo nel modo in cui essi vengano esternati in base alla cultura di appartenenza.
Fatima Abbadi ha scelto il bianco e nero come mezzo di comunicazione per descrivere i sentimenti della persona fotografata perché le sfumature del grigio, secondo lei, enfatizzano ed allo stesso tempo danno un tocco classico e misterioso ai soggetti ritratti.
Il momento fotografico nasce quando lei entra in contatto con gli occhi della donna che intende fotogragare:
con uno sguardo riesce a capire se se sia o meno il caso di scattare. Questo grazie al fatto che essendo una fotografa donna, trova più facile entrare in comunicazione con il soggetto femminili e quindi riesce comprendere e catturare i suoi sentimenti.
L'appartenenza alla cultura araba, l'amore per l'arte, le usanze e la religione sono date dal padre giordano; dalla madre italiana derivano una visione delle cose da molteplici punti di vista e la mentalità aperta. Dall'Italia, paese d'arte, ha appreso l'amore per le cose, la conservazione ed il restauro.
Dicono di lei
Dal punto di vista del responsabile del Centro Fotografico Giordano, Hassan Al-Damuni, le foto di Fatima Abbadi sono belle e specialmente perchè sono state scattate in bianco e nero, focalizzandosi sull'unione tra la donne occidentale e mediorientale (essendo lei di origine araba e vive in occidente), e che ancora non ha raggiunto a pieno il suo obiettivo di portare completamente entrambe le culture.
L'artista Abd Al-Majeed Halawa descrive al Jazera Net Fatima Abbadi come artista e critica, perché è riuscita a far vedere tramite la fotocamera vari aspetti ed esperienze che ha avuto delle due culture; è stata coraggiosa nel farci vedere questo suo punto di vista appartenente alle due culture araba e occidentale e con un occhio accurato ha selezionato i suoi scatti.
La responsabile della Galleria, Majdoline AL-Gazzawi Al-ghoul: “questa nuova esperienza ci ha portato qualcosa di nuovo e contiene un messaggio che ci focalizza sui sentimenti delle donne e mette in evidenza la femminilità mondiale, che in questa era annebbiata sta venendo meno; ogni fotogramma infatti racconta una situazione femminile particolare. L'utilizzo del bianco e nero è uno strumento sincero per mostrare le intimità di donne che vengono riprese senza accorgersene.”
martedì 1 febbraio 2011
Italian Press talking about "Women throught my lens"
giovedì 20 gennaio 2011
Dar AlAnda ‘Women through my lens’: By Fatima Abbadi
The works are an eclectic array of different scenes of women in their daily lives both in Europe and the Middle East. Moments in the lives of young and old are captured, each telling a distinctly unique and personal life story. In one of the photographs the back of a woman walking whilst carrying her child is deceptively simple yet profoundly telling of Abbadi’s personal photographic philosophy. Women are traditionally appointed as the care givers in society and this is often taken for granted, a point cleverly illustrated through Abbadi’s choice of angle in this photograph. Only the face of the child is seen depicting the way in which the vital role played by women is so often disregarded.
Despite such individuality within each piece there is a universality that coalesce each photograph uniting the female experience. The central theme throughout is that woman, irrespective of location, ‘are all the same, the basis is always the same’. The collection is very much a reflection of the artists own personal life of belonging to two different cultures, Jordanian and Italian. Abbadi explains that her mixture of nationalities gives her a unique perspective on culture, society and women especially. She goes on to explain that being part Arab has allowed her to see the ways in which ‘Arab women are special’. A point that she feels compelled to stress due to the general misconceptions about Arab women that she has heard whilst exhibiting her collections in Europe. Abbadi wants to break the barriers surrounding the perception of Arab women in the West and feels that her collection is a concerted effort to illustrate the similarities of both Arab and European women which in turn will serve to help erase the divisions in perception in both societies. Based on this exhibition it can be predicted that this young Arab Feminist artist will have much influence and success on both the artistic landscape and in being a part of those fighting the battle to break down stereotypes in East and West.
written by: Salwa Yasin
10/01/2011 Amman - Jordan
martedì 18 gennaio 2011
"Women Through My LEns"
Here are some shots: