giovedì 29 novembre 2012

Il profumo del Henna



Quando penso al henna mi riaffiorano subito tanti ricordi profumati legati alla mia infanzia. Spesso a casa mia, in media ogni 2 o 3 mesi, si sentiva il profumo del henna. Era un momento di divertimento per i ragazzi, gran caos e sporco per le mamme ma tante risate per tutti. Infatti mia sorella Sara sin da piccola adorava tingersi i capelli con henna, era un modo per essere alla moda ed avere i capelli colorati spendendo quasi nulla (la polvere del henna presa al souk) ed allo stesso momento un tocca sana nutriente per il capello. Il restante delle sorelle si divertiva decorandosi le mani e i piedi con la pasta del henna.


Lascio a voi l’immaginazione del risultato di una giornata intera di henna.

Origini
Figura femminile in
terracotta con disegni di henna
applicate alle mani ed i seni,
7 sec AC, Cipro.
E’ difficile tracciare le origini e l’inizio dell’uso del Henna: l’unica cosa certa che sappiamo, grazie alle tracce ed evidenze trovate, è che questa forma di abbellimento era già in gran uso sin dai tempi neolitici nel sito di Catal Huyuk(nell’attuale Turchia). Infatti le donne abbellivano le mani ed i piedi utilizzando l’henna  disegnando varie forme geometriche, in base alle funzioni religiose che venivano richieste: rituali di superstizioni, rimozione del malocchio, maggiore fertilità o protezione. Altre civiltà, come la Babilonese, Assira, Sumera, ed Egizia, hanno utilizzato l’henna sempre con lo stesso scopo, religioso ed ornamentale.

La Pianta
Il suo nome scientifico è Lawsonia inermis ed è un arbusto spinoso della famiglia delle Lythraceae. E’ una pianta che ha bisogno del clima caldo per crescere e la sua altezza può variare dai 4 a 8 metri. La puoi trovare in Iran, il Pakistan, Siria, Marocco, Palestina, Yemen, Egitto, Uganda, Tanzania, Afghanistan, Senegal, Kenya, Etiopia, Eritrea e in India.

La polvere del henna viene ricavata dalla macinatura delle foglie e dei ramoscelli essiccati e la tonalità della polvere può variare dal giallo-verdastro al rosso-bruno, in base alla composizione di rami e foglie essiccati.

Come preparare il Henna?
La preparazione del henna è molto semplice, la può preparare chiunque. Gli ingredienti fondamentali sono: Polvere di henna , del tè molto scuro (tè nero) e a piacimento delle gocce di limone. Si mescola per bene tutti gli ingredienti fino ad ottenere una miscela omogenea cremosa, ma allo stesso tempo non troppo compatta.
Una volta pronta la miscela la si può già applicare sui capelli, dopo di che si lascia riposare il tutto per circa 5 ore. Invece, se si vuole applicare il henna sulle mani o sui piedi, bisogna fornirsi o di bastoncini piccoli o una di siringa, utili per disegnare.

Religione, benefici e magia
Nel corano la pianta del henna viene nominata e anche benedetta per le sue numerose proprietà curative e di benessere. Alcuni esempi curativi sono:
• la sterilizzazione, infatti veniva applicata dai contadini dopo la giornata nei campi come metodo per sterilizzare gli arti dai tagli e dai batteri.
• Allevia il dolore causato dalle scottature;
• Sano ricostituente della pelle: infatti l’utilizzo del henna nella fase di lavaggio/scrubbing del corpo serve a rimuovere le cellule morte e allo stesso tempo dona alla pelle un aspetto più sano e più morbido.


E proprio grazie alle sue particolarità e ai vasti benefici è stata sempre adottata tra i popoli, facendo fin dagli esordi parte degli usi e dei costumi locali, e poi mantenuti nel corso dei vari secoli: tra i più importanti, rituali magici e di esoterismo. Per esempio, per togliere il malocchio, spesso si fanno dei disegni particolari sulla mano per scacciarlo; nel caso di maggiore fertilità si applicano altri disegni o forme.

Usi e Costumi
L’arte del henna fa parte dei usi e costumi di tutto il medio oriente. Possono forse differire nella forme delle righe o nei disegni e significati, però è una tradizione che è stata tramandata nei secoli. Infatti nelle varie cerimonie, come nel giorno del Eid (festa religiosa musulmana), in caso di nascite o nei matrimoni viene spesso usato il henna per decorare le mani e i piedi, dando così un maggior tocco di femminilità e bellezza alla propria persona o semplicemente per dare una espressione di gioia all’evento celebrato.

Il matrimonio e “la notte del henna”
In tanti paesi del medio oriente, decorare la sposa con il henna è proprio parte del rito matrimoniale. E’ una usanza che riserva un posto speciale tra gli usi e costumi tramandati. Tra questi, “la notte del henna” che è una cerimonia diffusissima in Palestina e in Giordania. Non ci si può mica sposare senza avere celebrato il giorno prima delle nozze l’attesissima “notte del henna”!! “La notte del henna” è una sorte di cerimonia che coinvolge entrambi i lati, sia la famiglia della sposa, sia quella dello sposo, anche se però è di più significato per la sposa.


Si inizia partendo dalla casa dello sposo: un gruppo di donne porta sulla testa un vassoio di henna decorato con petali di fiori profumati e candele. Questo vassoio viene passato da donna in donna a turno e tra canti e balli si avviano verso la casa della sposa. Una volta arrivati a destinazione, le donne iniziano a decorare le mani della sposa e lo sposo con il henna (a volte per velocizzare i tempi si disegnano semplicemente le iniziali di lei e lui), dopodiché lo sposo offre la sposa il mahr (la dote), tutto questo accompagnato da balli, canti e tanta musica tradizionale palestinese.

Durante la notte spesso vengono cantate molte canzoni popolari e folcloristiche Mardudeh (canzone cantata soltanto dalle donne e consiste nel cantare ripetutamente alcune strofe per varie volte) che narrano leggende inerenti al giorno del matrimonio, storie della vita quotidiana simpatiche o semplicemente per enfatizzare la bellezza della sposa con il henna.

Tra le più cantate e di particolare importanza, la seguente:
Hanno abbellito le spose con il henna, ma ho lasciato fuori le mie mani
Quant’è meraviglioso stare assieme alle amiche
Hanno abbellito le spose con il henna, ma ho lasciato fuori le mie dita
Quant’è meraviglioso stare assieme ai bambini
*** *** ***
Hey sposo! Senti quello che ho da dirti
Che ti cada la casa sulla tua testa
Se la vostra sposa è ancora vergine il mattino dopo
Finirai ad essere preso in giro dalle risate
*** *** ***
Nel nome di Dio, Vai verso la dimora di Zeina(la sposa) oh!
Tu, una rosa in mezzo al giardino
Tu, un gambo di garofano, sposa
Ci avvolgi  noi in rose
*** *** ***

Nel video seguente ascolterete un brano popolare cantato durante “la notte del henna”.


mercoledì 14 novembre 2012

"Nel Baratro" di Michele Giorgio



La cronaca dei drammi quotidiani in Palestina è il rumore sordo, di fondo, della nostra contemporaneità. Michele Giorgio, con i suoi articoli, rompe il silenzio crescente intorno ad un popolo costretto a vivere da decenni sotto occupazione. Un’accurata selezione delle cronache, interviste, analisi e reportage restituisce in questo libro un’unica storia che va dal 2000 al 2012.

Pur seguendo un criterio principalmente cronologico, il testo riesce a cogliere prospettive analitiche, spesso taciute, in merito allo scontro israelo-palestinese, non esclusivamente ideologico, ma ancor più politico, economico e sociale. E nel loro procedere, gli articoli conferiscono ad una realtà percepita spesso come molto lontana una connotazione dì quotidianità e concretezza.

Dalla “passeggiata” di Ariel Sharon sulla spianata delle moschee di Gerusalemme, che sprigionò la scintilla della seconda Intifada nel 2000, alla rioccupazione israeliana delle città autonome palestinesi; dalla condanna all’ergastolo del “comandante dell’Intifada” Marwan Barghouti alla malattia “misteriosa” che nel 2004 uccise Yasser Arafat; dall’ascesa di Hamas all’offensiva “Piombo fuso”. Fino al terribile e assurdo assassinio di Vittorio Arrigoni.


“Tre palestinesi sono stati uccisi oggi nei Territori occupati…”.

Per questa notizia non c’è bisogno di andare a vedere che giorno è. È ininterrottamente lo stesso giorno, quasi un intercalare temporale nell’arco di più di mezzo secolo in Medio Oriente. Che quotidianamente ripropone, scriveva Eduard Said «la tragedia di essere vittima delle vittime».
Dalla prefazione di Tommaso Di Francesco

Autore
Michele Giorgio è originario di Caserta, dove è nato nel 1961. Giornalista professionista, è corrispondente dal Medio Oriente del quotidiano il manifesto e collabora con altre testate giornalistiche. Da due anni amministra il sito d’informazione Near East News Agency (Nena News).

venerdì 9 novembre 2012

"Gente (non) comune".. Libro da leggere


Da donna a donna, ma non solo. Storie e interviste per conoscere l'universo femminile: dal ministro Giorgia Meloni alla partigiana Ester Riposi, dalla sarta autodidatta esperta nel taglio di abiti da sposa all'infermiera di Nobile, dalla fotografa Fatima Abbadi alla poetessa Simonetta Giungi, dalla scrittrice Cristiana Bullita all'Universitaria Paola Lanaro,a Wanda Montanelli..

"Gente (non) comune" ultimo libro della poetessa Fausta Genziana Le Piane, alla Feltrinelli.


Indice del libro


http://www.faustartepoesia.org/