“Può dire di più una donna in un sospiro che un uomo in un sermone” recita un vecchio adagio mediorientale e questo è il tratto che contraddistingue l‘arte di Fatima Abbadi che, attraverso i volti femminili cattura le essenze delle donne e le custodisce nel bianco e nero della sua fotografia. Il progetto “Women through my lens” consiste nella continua ricerca della femminilità colta nel quotidiano, vista da occhi appartenenti a due differenti culture, quella europea e quella mediorientale. Le opere rappresentano situazioni femminili osservate per strada, in ambienti quotidiani o sono dei semplici ritratti. Con i suoi scatti Fatima desidera raccontare le emozioni e le storie che riesce a intravedere o immaginare attraverso gli sguardi della gente, cercando di dare un’anima alle cose che ci circondano. Fatima Abbadi cerca di non interferire o inquinare l’ambiente fotografato, evitando di disturbare il soggetto e ciò le consente di cogliere immagini estremamente sincere e comunicative. Nonostante le diversità delle foto, all’interno di ciascuna di esse si riconosce un’universalità che si fonde in ogni fotografia: l’esperienza femminile.
Fatima Abbadi è una femminista araba e fotografa free lance italo-giordana nata e cresciuta tra Abu Dhabi e la Giordania, che dieci fa si trasferisce a Padova per gli studi universitari. L’hobby della fotografia, che deve ad una macchina fotografica regalatale dal padre a 13 anni, si trasforma presto in una vera e propria passione che la porta a sostituire un semplice “scatto” con uno studio approfondito delle motivazioni che stanno dietro ogni singola foto. Nel 2007 segue un corso ed entra poi a far parte del gruppo Mignon, un’associazione culturale che promuove progetti fotografici diretti ad investigare il quotidiano, l’uomo e il suo ambiente. Fatima Abbadi scatta le sue fotografie con il metodo tradizionale analogico ed utilizza pellicole in bianco e nero che vengono poi sviluppate in camera oscura. L’esposizione di Amman in Giordania del gennaio di quest’anno rappresenta una prima raccolta di 4 anni di lavoro e di ricerca continua, che la porta a viaggiare in vari posti in Europa e Medio Oriente. Fatima Abbadi sostiene attivamente la causa palestinese e devolve molti dei proventi del suo lavoro ai progetti curati dall’Istituto di Cultura Italo-Palestinese di Padova che ambiscono a divulgare la millenaria cultura del popolo di Palestina.
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