giovedì 20 ottobre 2016

Ilo Battigelli il fotografo pirata

Ilo Battigelli nasce a San Daniele del Friuli nel 1922. Si trasferisce giovanissimo a Santa Margherita Ligure, dove compie l’apprendistato presso lo studio dello zio Ernesto, noto fotografo, attivo dapprima in Friuli e, dopo la Grande Guerra, alla quale partecipa nelle squadre fotografiche dell’Esercito, in Liguria.
A sedici anni, dopo una breve parentesi come gestore, nella sua città natale, della succursale dello studio fotografico bujese Barnaba, Ilo raggiunge, con la madre ed i fratelli, il padre Marziale ad Asmara, in Eritrea, allora Africa Orientale Italiana. Il giovane fotografo friulano freelance collabora con il Corriere eritreo e la Compagnia Foto Milano.
Arabia Saudita 1946-1954
Gli eventi bellici lo vedono ancora in Eritrea, dove è trattenuto come prigioniero sino al 1946 quando, assieme a numerosi connazionali si trasferisce in Arabia Saudita, dove partecipa alla costruzione degli impianti petroliferi dell’ARAMCO a Ras Tannurah. Ed è proprio nel Golfo Persico che inizia l’epopea di Ilo il Pirata, lo pseudonimo da lui scelto e mantenuto durante tutta la sua vita di fotografo professionista. Degli otto anni di soggiorno in Arabia Saudita ci rimane una serie di rare immagini di paesaggio e una vasta galleria di ritratti, da quelli dei beduini a quelli dei governanti locali.
Nel 1954 Ilo Battigelli lascia l’Arabia Saudita e inizia un lungo viaggio che lo porta in Terra Santa, in Medio Oriente, in Turchia, in Grecia, e, passando per l’Italia, negli Stati Uniti. Viaggio interrotto dalla notizia di una grave malattia della madre. Tornato in Italia, in Friuli e a Genova, dove lo zio Ernesto aveva nel frattempo trasferito la sua attività, Ilo sente però il richiamo dell’Africa e nel 1957 riprende la sua avventura trasferendosi a Salisbury in Rhodesia.
Dopo un primo periodo di ambientamento, il Pirata viene messo sotto contratto dall’IMPRESIT che sul fiume Zambesi costruisce la diga di Kariba. Ilo non si limita a documentare il capolavoro di ingegneria idraulica ma, con grande sensibilità, entra nel mondo dei Tonga e fotografa la vita degli indigeni costretti a lasciare i loro villaggi poi inondati dal bacino della diga.
A Salisbury, che ora si chiama Harare ed è la capitale dello Zimbabwe, Ilo apre nel 1960 uno studio che continua la sua attività sino al 1996.
Numerose mostre e premi nel corso degli anni ed altri riconoscimenti puntualizzano la sua attività fino a raggiungere, nel 1964, il più ambito riconoscimento alla Mostra Internazionale di New York dove su 130.000 fotografie a colori inviate da tutto il mondo si vede premiare tutte e quattro le foto presentate. Nel 1968, l’Illustrated Life Rhodesian gli dedica la copertina della rivista e un ampio servizio antologico della sua attività. Il Rhodesia Herald nel 1970 rende omaggio ai suoi 40 anni spesi al servizio della fotografia dedicandogli la pagina centrale. Nel 1980, la National gallery of Zimbabwe presenta una sua antologica di 350 fotografie....continua

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